Pasqua significa passaggio dalla morte alla vita per sempre in Dio.
Così è stato per Gesù, così sarà per ognuno che crede in lui.
L’immagine più espressiva è la luce che si impone sulle tenebre.
Per questo la Pasqua è chiamata anche la “festa della luce”.
Il suo significato si estende ad ogni evento del vissuto
che segna il lasciarsi alle spalle ciò che è oscurità/male
e l’entrare nel vissuto segnato dalla trasparenza/bene.
Ho presente i molteplici film sulla vita di Gesù. Sono ricchi di originalità e di particolari nel raccontare i fatti evangelici. Si coglie la facilità, arricchita dalla bravura del regista, nel narrare quanto accaduto. Non altrettanto, invece, nel presentare la risurrezione di Gesù. Sembra di cogliere un po’ di imbarazzo nel trovare la coreografia più idonea. Tutti ricorrono alla luce, al fulgore che abbaglia e si diffonde nell’ambiente del sepolcro. Che cosa può essere più significativo della luce per rendere plastico l’episodio fondamentale della vita di Gesù Cristo, intriso di mistero? I vangeli sono sobri nel racconto della risurrezione. Danno solo brevi accenni e mettono in risalto il bianco della luce: parlano di angeli e di uomini “in bianche vesti”, “in abito sfolgorante”, “aspetto come folgore, il vestito bianco come neve” (cf. Mt 28,39. Già in precedenza, nell’episodio della Trasfigurazione, le vesti di Gesù “divennero candide come la luce” (Mt, 17,2).
La luce protagonista
Il bianco richiama la luce e la luce esprime trasparenza, assenza di oscurità, limpidezza. Solo nella luce si può vedere e agire con sicurezza. Il primo gesto di Dio nella creazione consiste nel creare la luce, il resto segue. Gli autori sacri hanno identificato Dio stesso con la luce. L’evangelista Giovanni lo dice chiaramente: “Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna” (1Gv 1,5). E san Giacomo lo chiama “Padre della luce” (Gc 1,17). Parlando della venuta di Gesù, san Giovanni dice che “la luce è venuta nel mondo” (Gv 3,19) e “la vera luce già risplende” (1Gv 2,8). Gesù stesso si è definito in questi termini: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12).
La luce in noi
La luce divina diventa simbolo e realtà trasfusa nella vita del credente. San Paolo ricorda che con il battesimo “siete luce nel Signore”, di conseguenza “camminate nella luce” (Ef 5,8-9). Con modalità diverse la Bibbia è costellata di espressioni che invitano a vivere nella luce di Dio: una vita santa. Memore del fulgore che lo ha abbagliato sulla via di Damasco, Paolo lo definisce “grazia”, illuminazione interiore che trasforma e porta a vivere lontani dalle tenebre del male e strettamente uniti al “Padre della luce” (Gc 1,17). E san Pietro ci ricorda che “Dio ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1Pt 2,9). Giustamente il salmo 36 ci invita a riconoscere in Dio “la sorgente della vita e alla sua luce vediamo la luce” (Sl 36,10). La Pasqua è la festa della luce e un invito a camminare da essa avvolti.