Amati dal Padre

da | 25 Gennaio 2021 | Spiritualità nel quotidiano

Siamo neltempo liturgico ordinario’, il tempo del Gesù adulto che annuncia il Vangelo.
La sua parola rimanda al Padre e assicura che il suo amore accompagna ciascuno di noi con la quotidiana presenza provvidente.

In Gesù di Nazaret si è manifestata la presenza invisibile del Padre. Lui stesso lo ha detto: «chi ha visto me ha visto il Padre… io sono nel Padre e il Padre è in me… il Padre, che rimane in me, compie le sue opere… io e il Padre siamo una cosa sola» (cfr. Gv 14,8-11; 10,30). Lui è il Figlio amato e mandato nel mondo per far conoscere il progetto di salvezza del Padre e rendere visibile il suo amore fedele.

Gesù mi assicura che il Padre ha continuamente lo sguardo rivolto su di me e mi accompagna con il suo amore. Quanto più maturo questa consapevolezza, tanto più il mio pensiero e il mio sentire sta nella serenità, il mio cuore è pacificato, il mio agire si mantiene in risposta generosa, il mio servizio è sempre più segnato dalla gratuità.

Ci sono passi della Scrittura che me lo confermano. Ne rilevo tre.

Il salmo 22 mi ricorda che il Signore è il mio pastore. La sua sollecitudine non viene mai meno: mi conosce, mi accudisce, mi conduce, mi fa riposare, mi porta, è con me, se mi perdo viene a cercarmi, non mi fa mancare la sua misericordia…

Nel salmo 139 trovo la presenza del Padre che mi accompagna dall’inizio dell’esistenza. Egli mi ha formato nel grembo di mia madre, ha uno sguardo che mi scruta e mi conosce, penetra i miei pensieri, gli sono note tutte le mie vie e i miei progetti, mi guida per un cammino di eternità.

Gesù mi parla dell’amore provvidente del Padre che mi garantisce nello scorrere della vita. Egli sa di che cosa ho bisogno, mi chiede di stare nei valori indicati nel Vangelo e di vivere con rettitudine; di fare spazio alla fiducia e all’abbandono in lui (cfr. Mt 6,25-34).

Cerco di vedermi totalmente immerso nell’amore del Padre, seguito dal suo sguardo, circondato, impregnato come il corpo nell’acqua. Lo sento agire, lascio che mi avvolga nella sua bontà, nella sua misericordia, nella sua tenerezza, nella sua compassione. Sono soggetto del suo amore. Tutta la sua benevolenza infinita è centrata su di me.

Questa presenza del Padre non si lascia afferrare pienamente dalla sola mia intelligenza, domanda anche il coinvolgimento affettivo. Pascal parla di “ragioni del cuore”. Se io voglio fermarmi al ragionamento – e sono libero di farlo – rischio di passargli accanto senza accorgermene. I miei pensieri seguono una loro traiettoria e non necessariamente incrociano la sua. Egli mi dice che i suoi pensieri sovrastano i miei, come pure il suo cammino non sempre combacia con il mio (cfr. Is 55,8-9), ma sono ambedue diretti anche a me.

Colgo la sua presenza aprendomi con coraggio e semplicità alla dimensione della fede. Mi ha dato una preziosa possibilità e garanzia nel Figlio Gesù. Accogliendo lui, che lo ha rivelato, mi apro più facilmente al mistero divino. Gesù mi ha parlato del progetto del Padre sul mondo e del suo infinito amore per ogni persona. Ci sono anch’io in questo piano divino e di questo gli sono grato.

Per bocca dell’evangelista Giovanni, mi dice che sono elevato alla figliolanza divina, perché riscattato dal peccato grazie alla vita donata di Cristo (cfr. Gv 1,12-13).

E attraverso s. Paolo, aggiunge che mi è stato donato uno Spirito di adozione che mi apre alla piena confidenza e mi fa gridare: «Abbà! Papà!» (Rm 8,15).

Ripeto anch’io il mio grazie, come Israele che rivisita la sua storia di salvezza (Sl 136). Ad ogni episodio che ho vissuto e che riporto alla memoria, esprimo la gratitudine, «perché il suo amore è per sempre».

Argomenti: Dio
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