Il riposo

da | 5 Agosto 2021 | Spiritualità nel quotidiano

Abbiamo bisogno di trovare il giusto ritmo tra attività e riposo,
per mantenere in equilibrio la totalità del nostro essere.

Rischiamo di identificare il riposo come “stacco della spina” dalle attività lavorative e immersione nel “dolce far nulla”.
È un modo limitato di intenderlo, quasi un rubarlo alla tirannia del fare. In  realtà ci è dovuto: non possiamo vivere senza riposare, lo esige il nostro benessere psico-fisico.
Diventa opportunità che ci mantiene in armonia con noi stessi e ci permette di dedicarci ad altro.
Da vivere quindi non episodicamente, ma in modo programmato e proficuo.

Anche Dio riposa

È interessante leggere come Dio riservi il settimo giorno della creazione al riposo: «Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando» (Gn 2,3). Non solo cessò il “suo” lavoro, ma pose anche la benedizione sul tempo del riposo. Lo ha posto come valore stabile da inserire nel vissuto. Il riposo, perciò, non è una concessione che ogni tanto possiamo prenderci, ma una indicazione divina. Rientra tra le esigenze della realtà creata, di cui l’uomo ha bisogno. Infatti il ritmo biologico considera le 24 ore alternate tra attività e sonno, seppur con percentuale adeguata all’età.
Sul monte Sinai Dio lo porrà come “giorno sacro” settimanale (lo shabbàt) e come “il segno” dell’alleanza (Es 31,12-17). Gli ebrei hanno preso sul serio questa consegna di Jahvé e a tutt’oggi la vivono come costitutiva della loro identità.
Soprattutto gli ebrei osservanti segnano una chiara differenza tra lo shabbàt e gli altri giorni: esso è “il giorno del Signore”, dedicato a lui e alla comunità, con una palese nota di stacco dal lavorare. Mi ha colpito un’orchestra giovanile israeliana in tournée in Italia, che ha sospeso il concerto nel giorno di sabato ed è rimasta in albergo dedicando il tempo alla preghiera e a momenti di condivisione amicale. Come pure la coppia di giovani sposi che hanno chiesto alla pediatra, chiamata d’urgenza di sabato, se poteva cortesemente recarsi in farmacia per procurare le medicine prescritte. Tale professionista raccontava l’episodio come un fatto edificante.

Il riposo di Gesù

Anche Gesù ha valorizzato il riposo. Era abituale la sua presenza in sinagoga di sabato (Mt 4,23), dove si offriva per leggere la Scrittura e spiegarla con autorevolezza (Gv 18,20). Nel contempo, ha pure ricordato che tutto è finalizzato al bene della persona: il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato (Mc 2,27), per cui ha compiuto anche guarigioni in tal giorno (Lc 13,10-17).
Sa staccare l’intenso lavoro di annuncio del vangelo con momenti di riposo ritirandosi sul monte o in luogo solitario per pregare (Lc 5,16; 6,12), per stare solo con gli apostoli (Mc 6,31), per prepararsi interiormente prima di fare scelte significative (Lc 6,12).

 Il nostro riposo settimanale

Anche noi abbiamo la grazia di usufruire del riposo settimanale, “il giorno del Signore”. La domenica, se ben compresa, diventa opportunità per fare memoria del nostro essere cristiani e di esprimerlo come comunità credente che vive la celebrazione eucaristica. Diventa pure il giorno per la famiglia, per godere di qualche attività ludica o sportiva. Purtroppo ci è stato imposto un ritmo produttivo che ha compromesso anche questo giorno riconosciuto da tutti come importante e che consolida la nostra identità cristiana.

Riuscire a valorizzarlo maggiormente contribuisce a darci un ulteriore punto di riferimento al significato del riposo e a rinverdire il nostro aggancio con la dimensione spirituale.

 

Le sfumature del riposo

Al di là delle modalità con cui viverlo, che oggi assumono una gamma sempre più estesa grazie anche alle possibilità offerte, il riposo contiene una pluralità di significati sempre più ampia.
Certamente il primo tocca il fisico
. Il nostro corpo necessita di momenti di stacco per recuperare le energie. L’eccessiva continuità dello sforzo fisico logora le forze e mette a dura prova la tenuta nel tempo. Da qui l’esaurimento, il crollo fisico, la tensione psicologica: la corda troppo tesa si spezza. Una sana igiene in questo ambito mantiene nel giusto equilibrio. È il tempo in cui godere un po’ di relax, recuperarsi dalle fatiche.
È pure fare spazio alle esigenze dello spirito. Molte persone vivono alcuni momenti nell’otica “dell’appuntamento”: preghiera personale e comunitaria, Eucaristia quotidiana o domenicale, letture o video piacevoli e istruttivi, visite turistiche che nutrono di bellezza, incontri amicali…
Molte persone dedicano una settimana agli Esercizi spirituali o esperienze similari. Viene così favorito l’approfondimento su tematiche bibliche o sapienziali, che aiutano a riprendere il cammino con nuove e più consolidate motivazioni umane e di fede. Rinnovano nell’affidamento della propria esistenza al Signore, aiutano a ritrovare se stessi, a consolidarsi nei valori e in umanità.

Può diventare tempo dedicato agli altri nella dimensione del volontariato, dell’attenzione a chi ha bisogno. Quante possibilità si presentano sia in loco sia all’estero. Anche se può comportare una certa fatica fisica, è compensata dalla scoperta dell’amore gratuito, di ciò che veramente vale.

Il riposo non è mai segnato dal ‘fare nulla’, ma dallo stare nel vissuto in modo differenziato, sempre arricchente per la propria crescita umana e spirituale, segnato da una maggiore distensione, gioia, libertà, gratuità, scoperta di aspetti sconosciuti, occasione di maggiori relazioni arricchenti, di carità.

Argomenti: Spirito
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