Il vuoto come spazio umano di incontro

da | 18 Maggio 2019 | Approfondimenti, Dentro il Vangelo

Il vuoto come spazio umano di incontro
tra cristianesimo e buddismo

     Un convegno per parlare del nulla si direbbe evento strano, ma noi l’abbiamo proposto e realizzato qui alla Scuola Apostolica nei giorni dal 10 al 12 maggio 2019.
Il nulla, spesso considerato come ciò che non c’è, che non vedo, che non sento, è però elemento determinante, passaggio esperienziale unico, per ritrovare, nel buio, se stessi e Dio. Il niente, il vuoto, possono entrare nella nostra vita come distacco e ancor più come grazia.
     Marco Vannini e Corrado Pensa ci hanno aiutato a considerare questa non-situazione come occasione di maggior verità per noi, nel nostro relazionarci ad altri, nel nostro modo di credere in Dio.
I due relatori, conosciuti per il loro servizio di ricerca e di studio sulle possibilità che ha l’uomo d’oggi di educare se stesso alla libertà di scelta religiosa consapevole, ci hanno intrattenuti riempiendo di significato il senso della vacuità che fa comunque parte della nostra esistenza.
Meister Eckhart, presentato da Vannini, ci ricorda che è sempre tempo di distacco. E non come perdita ma, come ha già detto Gesù, unica modalità di trovare la vita.
Questo distacco fa uscire dal condizionamento del corpo e della psiche e fa emergere la libertà dello spirito, che è già in noi. Vivere nello Spirito è distacco e questo porta con sé lo stare nel vuoto, il non pretendere nulla … perché, come ascoltiamo dai santi che ci hanno raccontato, e vissuto, questa oscurità, “tutto è grazia!”.
Non è più buio nella storia, personale o collettiva che sia. Non è più quindi la paura, l’angoscia o la colpa che devono ucciderci. Come scrive Eckhart: “in ogni opera, anche nel male, e nel male tanto nella pena quanto nella colpa, si manifesta e risplende ugualmente la gloria di Dio”. Occorre aprire gli occhi per vedere così, dentro il nulla.
     Abbondanti le riflessioni portate dai relatori (per chi è interessato può richiederne gli interventi) che non lasciano spazio alle solite affermazioni religiose di utilità umana dove Dio serve all’uomo. Occorre andare oltre.
     In questo nostro periodo storico si fa necessario liberarsi da forme stereotipe di parlare di salvezza, spesso intesa in forma egocentrica, per assumere il peso e insieme la beatitudine di essere davvero poveri di fronte a Dio, agli altri, a se stessi.
Passa da questo svuotamento la grazia della Vita.

Argomenti: Vita
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