La bellezza collaterale

da | 25 Marzo 2021 | Testimonianze

Una ribellione fatta di bellezza.
Per cominciare la ri-bellezza bisogna incarnarsi nell’istante,
amare il momento,
essere totalmente presenti all’appello delle cose e delle persone.
Questo richiede attenzione e tempo.
Fermati a guardare.
Fermati a pensare.
Fermati a curare.
Fermati.
E scopri almeno una cosa al giorno che non riuscivi a vedere.
Solo così la farai vivere.
Solo così diventerai vivo.
Comincia la ribellezza e comincia da te.
Sei pronto a guardare la realtà con occhi diversi?

Alessandro D’Avenia

Con questo scritto di Alessandro D’Avenia padre Giovanni Nicoli ha introdotto l’incontro on-line sulla Bellezza, tema che di primo acchito potrebbe stonare in questo momento, se pensiamo a quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo a causa della pandemia.

Eppure padre Gianni ci ha portato a vedere come vi è bellezza anche nei momenti difficili, dolorosi, di fatica, persino di malattia e di morte che, sebbene non siamo noi a chiedere, né desidereremmo conoscere, si presentano nelle nostre vite.

Ed è proprio su questa bellezza non ordinaria, ma in qualche modo misteriosamente collegata con il dolore, con il disordine, con lo squilibrio e la disarmonia che ci siamo soffermati, ragionando in particolar modo sulle parole della filosofa Simone Weil, la quale afferma che è possibile vedere bellezza se si ha il coraggio e la capacità di restare con lo sguardo sul reale, anche quando questo è scomposto, ferito, vulnerabile.

Se riusciamo a rimanere aperti, a stare dentro gli squilibri che ci capita di vivere, a non rinnegare, respingere o combattere la realtà quando si presenta con le sue contraddizioni, i suoi disordini, i suoi attriti, allora qualcosa di inaspettato e di bello ci raggiungerà, un elemento di bene farà capolino nelle nostre esistenze, perché “la vita ostinatamente spera di fiorire sempre, nonostante tutto”.

La bellezza che salverà il mondo – ci ha detto padre Gianni – è la conversione dello sguardo che si lascia meravigliare senza subito cedere al desiderio dell’appropriazione, del consumo, scoprendo proprio nella realtà dei doni inaspettati, imprevisti”.

La vita tutta è dunque bellezza. E la bellezza è ovunque attorno a noi. Sta a noi saperla scorgere, come prova a dirci anche Federica, stimolata dalle parole di padre Gianni, nel corso dell’incontro:

La bellezza!

Anche questa volta le parole di padre Giovanni, arricchite dalle numerose risonanze dei partecipanti, hanno lasciato il segno…
Esco dalla video-chiamata ripromettendomi di ritornarci dopo aver lasciato sedimentare i pensieri e le emozioni che esse hanno evocato e messo in moto, consapevole della mia tendenza a scappar via, a fermarmi in superficie, attratta e allo stesso tempo timorosa di ciò che potrei scoprire andando più in profondità…
“La bellezza!”: perché parlarne? E soprattutto perché quel punto esclamativo? Perché se ne sta lì in bella mostra? Lo si usa per rimarcare un concetto e attirare l’attenzione ma a che pro attribuire tanta importanza a una cosa tanto naturale quanto effimera?
Sono abituata alla bellezza. Mi basta aprire la finestra e guardarmi attorno per coglierla in tutta la sua maestosità e magnificenza. Mi vanto persino di saperla vedere e riconoscere in quei piccoli dettagli che spesso sfuggono, nascosti come sono tra le pieghe della vita… Sono grata alle cose belle: saperle riconoscere arricchisce ed illumina le nostre giornate, ci mette di buon umore e ci predispone ad affrontare in modo diverso le fatiche che ci aspettano ogni giorno. Eppure ho sempre guardato con scetticismo alla frase “la bellezza salverà il mondo.” In fondo fin da bambina ho respirato l’adagio popolare che “dal bel no se magna!”. Come può quindi la bellezza, “bella” quanto si vuole ma comunque accessoria, contribuire alla salvezza di questo mondo?
La risposta che fino ad allora mi ero data era che essa non era che una manifestazione, a volte dirompente, a volte sussurrata, dell’esistenza di Dio e della sua presenza.
Quel pomeriggio il mio sguardo si è aperto e ora, quando sperimento qualcosa di bello (perché nonostante il periodo brutto di cose belle ce ne sono ancora!), riaffiorano parole, volti ed esperienze che mi hanno toccato. E tanta è la gratitudine.

La bellezza è stupore: accorgersi che qualcosa c’è, esiste… Questa consapevolezza può cambiare il corso della nostra giornata, il modo in cui la affrontiamo, scompigliare le carte…

  • La bellezza è conversione: se mi lascio stupire, se accolgo la novità, se la riconosco, se do ospitalità, non saranno più solo i miei occhi a scorgere la bellezza ma coinvolgerò anche il cuore. Vedere con il cuore mi permette di riconoscere la bellezza anche in ciò che all’apparenza ne è la negazione.
  • Anche il dolore è bellezza. O meglio, anche nel dolore è possibile scorgere bellezza. All’inizio questo è stato molto destabilizzante. “Ma siamo impazziti?” Poi, piano piano sono affiorati tanti momenti dolorosi e poco piacevoli ed insieme a loro la coscienza che anche lì avevo fatto esperienza del bello. Non sempre, ma sicuramente quando mi ero lasciata andare e avevo “abbracciato” quel dolore. Mi sono resa conto che pensando a quei momenti ora non ricordo solo il buio, il brutto, la sofferenza, il dolore. Paradossalmente insieme alle lacrime è emersa gratitudine per averli vissuti, per esserci stata. E la consapevolezza che tutte le volte in cui mi ero fermata e avevo “convissuto” con un’esperienza dolorosa, mi ero ritrovata con qualcosa di bello a cui ora mi risulterebbe difficile rinunciare.
  • La bellezza non è perfezione. Al contrario. È disordine, incongruenza… E non so perché mi vengono in mente tutte le persone che più mi stanno a cuore… E pure i ragazzi con cui combatto ogni giorno ma di cui difficilmente potrei fare a meno.
  • La bellezza è azione: è aprire la porta e lasciare entrare, non limitarsi a guardare dalla soglia… Sorrido tra me e me. Credo che d’ora in poi passerò molto tempo a cercare la bellezza e ad assaporarla. Non mi basta contemplarla dalla finestra, la voglio vivere!

Federica Brigadoi (Predazzo, TN)

Bellezza è vedere nell’immagine della croce, del Cristo sfigurato “il bene che pur se distrutto rimane, il bene che messo alla prova non si esaurisce, continua a darsi e in questo modo si fa rivoluzione” (PG)

Buona Pasqua di bellezza!

Argomenti: Bellezza | Sguardo | Sofferenza | Vita
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