Fra le cose che non possiamo fare c’è quella di fermare il tempo.
Che ci piaccia o no lui va avanti e se ci fermiamo lui non ci aspetta.
Così arrivano i 75.mi i 60.mi e i 50.mi di professione religiosa dehoniana.
E noi li abbiamo festeggiati qui alla Scuola Apostolica, il 19 giugno 2020 …
La nostra vita è un cammino.
E ogni giorno ci viene chiesto di rimetterci la tenda sulle spalle e di ripartire.
Non si è mai arrivati, non è mai finita.
C’è ancora da “imparare”.
Ricordiamo la scena del Tabor: “È bello per noi stare qui … facciamo tre tende”. Finalmente siamo arrivati, adesso possiamo sederci. Ma il Vangelo non ci ferma lì, occorre scendere, ritornare, rinascere.
Non si nasce una volta per tutte, si vive nascendo. Tutta la vita è un processo di nascita.
Io non sono nato, sto nascendo.
E allora cosa vorrà dire questa “professione religiosa perpetua”? È compiuta? Una volta per tutte ed è fatta? No!
Siamo chiamati a ripetere ogni giorno il nostro sì alla vita, capiti quel che capiti. E diciamo di sì anche alla croce: non ci capisco niente, ma mi fido.
Ci suggerisce con saggezza il poeta Tagore: “Non piangere quando tramonta il sole, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle”.