Papa Francesco in Thailandia e in Giappone, nel novembre 2019.
Articolo di Arrighini Angelo sci
Dalla serata di martedì 19 novembre papa Francesco è in viaggio in Thailandia e in Giappone. Come sempre, prima della partenza, si è raccolto in preghiera nella basilica di Santa Maria Maggiore dinnanzi all’icona di Maria Salus Populi Romani, dove – molto tempo prima – Sant’Ignazio, fondatore dei gesuiti, aveva celebrato la sua prima messa. I papi, interpretando i più veri e profondi sentimenti del popolo romano, hanno sempre tributato una particolare venerazione a quell’icona. Pio XII le ha reso omaggio proprio in occasione della proclamazione del dogma dell’Assunta nel 1950. Giovanni Paolo II, da parte sua, fin dall’inizio del suo pontificato, ha voluto che una lampada ardesse giorno e notte davanti alla Salus Populi Romani, come testimonianza della sua grande devozione nei confronti della Madonna.
Prima tappa del viaggio di papa Francesco è la Thailandia. Tra le persone ad attenderlo all’aeroporto c’era anche una sua cugina, suor Ana Rosa Sivori, 77 anni, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in Thailandia da più di 50 anni. L’ arrivo del papa, ha detto suor Ana Rosa, «è una grande benedizione e un dono speciale per tutta la Thailandia. Tutti qui, anche tanti buddisti, lo vogliono vedere e ascoltare».
La Thailandia è un paese al 90% buddista. Le relazioni tra cristiani e buddisti stanno progressivamente migliorando. Nelle undici diocesi e arcidiocesi del paese, i cattolici sono poco più di 300 mila. Secondo il nunzio apostolico, il cristianesimo è ancora considerato una religione “straniera”. La stessa chiesa cattolica, a volte, è ancora giudicata come “complice” di quel mondo occidentale che sarebbe «venuto a occupare questa parte dell’Asia». Sono molti quanti si augurano che la visita del santo padre in occasione dei 350 anni della gerarchia cattolica del paese, possa risvegliare un più proficuo dialogo con la maggioranza buddista.
La Chiesa cattolica da sempre – in ambito scolastico – sta dando un grande contributo, molto apprezzato dalla società. Attualmente in Thailandia ci sono 370 scuole cattoliche con un totale di più di 500 mila studenti. Sono in molti, insieme a mons. Andrew Vissanu Thanya-anan, coordinatore della visita del Papa e vicesegretario generale della locale conferenza episcopale, ad augurarsi che la visita del papa possa avere delle confortanti ricadute anche in campo vocazionale.
Il dialogo interreligioso è stato avviato, per la verità, fin da quando i cristiani sono arrivati in questa terra. “Il nostro rapporto con i buddisti, dice il vicesegretario generale, è molto buono”. Anche i rapporti con la famiglia reale, soprattutto con il re Rama V, sono molto confortanti. La stessa visita apostolica di papa Francesco «è un frutto di questi buoni rapporti tra il governo e la Santa Sede». Proprio lo scorso anno una delegazione di monaci buddisti del tempio reale era andata a Roma per consegnare al papa la traduzione di un antico libro buddista e di un canone buddista. Nel corso del viaggio, è previsto un incontro del papa con il supremo patriarca dei buddisti, un incontro che non potrà che favorire ulteriormente i rapporti tra cattolici e buddisti.
Non meno importante sarà poi la visita di papa Francesco in Giappone. La prima delegazione apostolica in Giappone era stata eretta nel 1919 da papa Benedetto XV. Con Paolo VI, nel 1966, verrà istituita una nunziatura vera e propria. Su una popolazione di quasi 130 milioni di abitanti (in maggioranza scintoisti e buddhisti) i cattolici sono 600.000 circa, distribuiti in 16 circoscrizioni ecclesiastiche, in 859 parrocchie e in 16 diocesi. La più grande comunità cattolica vive nell’arcidiocesi di Tokyo, seguita da Nagasaki, Yokohama e Osaka.
In molti giapponesi è ancora vivo il ricordo della visita del 1981 da parte di Giovanni Paolo II. Ma ancora più viva, come ha detto il nunzio mons. Joseph Chennoth, è oggi l’attesa di papa Francesco: «La gente lo attende con molta gratitudine e con molta gioia. Aspetta una parola di incoraggiamento, di speranza, di pace». Soprattutto pensando alle tante persecuzioni subite in passato dalla Chiesa giapponese, l’augurio è quello di un sempre più proficuo reciproco rapporto soprattutto nel campo dell’educazione, della sanità, della beneficenza, della carità verso i poveri. Particolarmente significative le due tappe della visita a Hiroshima e Nagasaki, da dove sono attesi da parte del papa “forti segnali” sulla pace e sul disarmo.
Papa Francesco saluta Sua Santità Somdej Phra Maga Muneewong presso il Wat Ratchabophit Sathit Maha Simaram Temple a Bangkok il 21 novembre. Credit: Vatican Media