IL SILENZIO
L’amorosa contemplazione della tenebra!
Quando finiscono le speranze possiamo piangere, come Pietro, oppure possiamo toglierci di mezzo, come Giuda, oppure possiamo disinteressarci, come Pilato. Sono possibilità che stanno lì: o ci coinvolgono o le fuggiamo, ci bagniamo o ci salviamo gli abiti. Come si fa ad avere fiducia in mezzo alla notte?
È ciò che celebriamo nel sabato Santo: una donna trafitta dal doloro è rimasta ai piedi della Croce e accanto al Sepolcro.
A Maria avevano tolto un figlio, le avevano strappato via la fede del suo credere al figlio.
Il Figlio le era nato, ora, con la sua morte, tutto rimane in sospeso, anche il senso della sua vita. non è normale sopravvivere a chi generiamo. Il dolore di Maria è talmente grande che non lascia spazio a niente altro.
Ma Maria continua a credere: contro ogni speranza la sua fede continua. Soffrì, ma non cedette anche se le prove le dicevamo che era ora di desistere. L’Addolorata rappresenta l’umanità intera quando perde Dio.
Noi che spesso ci sentiamo orfani di Dio siamo chiamati a cogliere che nulla sfugge a uno sguardo. Siamo chiamati, coscienti oppure no, a vivere notti oscure in attesa dell’aurora.
Oggi viviamo in una notte oscura socialmente. Come si fa a credere in Dio di fronte all’invasione dell’intimo di guerra e nemici?
Il silenzio di Dio, di fronte al tormento degli innocenti, è un segno della sua inesistenza. Il silenzio di Dio è una grande questione. Possibile che l’ingiustizia non offenda Dio? il suo silenzio è la sua risposta all’orrore?
Dio non risolve i problemi del mondo: non li spiega! La domanda sul male rimane senza risposta. Ma questo non significa che lui si disinteressi. Lui guarda tutto questo in modo silenzioso e amorevole.
Dio, di fronte al suo guardare, non offre soluzioni ma una presenza d’amore che ci rende responsabili. L’umanità è la meditazione di Dio.
Noi che meditiamo siamo chiamati di fronte al dolore a vivere lo stesso atteggiamento di Dio: il silenzio come l’altra faccia del grido. Il silenzio ascolta il grido che arriva fino alle viscere.
Dio nel sabato santo di ogni giorno, ascolta Se stessi nell’uomo che osserva il silenzio. Il suo è un ascolto drammatico, appassionato, pacifico. Lui vive in chi si mette a tacere per entrare nel profondo del mistero.
Il Sabato Santo Cristo scende all’inferno: è la Luce che apre le porte delle ombre perché divenissero illuminate. La visita all’inferno è ciò che precede l’irruzione della luce.
È chiara la chiamata: rimanere fiduciosi in mezzo a questo lungo vuoto! Come Maria!
Se vuoi ricevere quotidianamente la meditazione del Vangelo del giorno
ISCRIVITI QUI
Guarda le meditazioni degli ultimi giorni
3 Ottobre 2024 Luca 10, 1-12
Mancano operai in grado di mettersi in cammino senza attardarsi a passare la vita a fare preparativi. Mancano operai capaci non di strutture o organizzazioni. Non necessitano uomini in grado di elaborare strategie. È necessaria la mitezza e la semplicità dell’agnello, l’atteggiamento, cioè, di chi non vive i rapporti all’insegna della violenza, della sopraffazione o dell’arroganza. Lo stile con cui ti presenti è già messaggio. È poi necessaria la leggerezza e la freschezza di chi non è appesantito da bagagli, la determinazione di chi puntando sull’essenziale non si perde per strada in cose inutili.
A. Savone
2 Ottobre 2024 Luca 9, 57-62
Il diavolo anziano delle lettere di Berlicche, di C. S. Lewis, […] scrive a suo nipote dandogli consigli su come corrompere l’essere umano che gli è stato affidato.
Il consiglio è: fallo sempre pensare al passato e al futuro. Non lasciarlo mai vivere nel presente. Il passato e il futuro sono nel tempo. Il presente è atemporale ed eterno.
Per una risposta affermativa, vi è solo una parola: sì. Tutte le altre parole sono state inventate per dire di no.
T. Bernard
1 Ottobre 2024 Luca 9, 51-56
Ma tra la partenza e il traguardo, nel mezzo, c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno,
e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire.
E costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione.
Niccolò Fabi
Se la responsabilità non è accompagnata dalla misericordia diventa violenza.
G. Piccolo