Sarebbe così lineare e pacifico condurre una esistenza (pure religiosa) dove non ci sono dubbi, crisi, tensioni, tentazioni, … ma poi, questo benedetto Spirito, ti porta in luoghi sconosciuti, e ti spegne pure la luce, ti costringe a camminare dove non hai più nulla a cui appoggiarti, … ti spinge ad uscire dalla sopravvivenza e ad entrare nella Vita. Svariate sono le deviazioni e divagazioni e possibilità che lo Spirito pone a noi ogni giorno, per permetterci di crescere in quella libertà di cui noi stessi faremmo volentieri a meno.
Più facile e comodo fare assumere ad altri la responsabilità di chi voglio essere. E questo è lasciarsi morire, più o meno consapevolmente, con le nostre stesse mani, cosa che lo Spirito della gioia di esserci non può permettere.
Non c’è certezza di essere arrivati dove sta lo Spirito. Non può esserci staticità in chi è modellato da Lui. Chi è animato dallo Spirito è “creativo”.
A volte può succedere di constatare pure la propria morte, poi, solo grazie a Lui, ti ritrovi nella pienezza della Vita.
Con lo Spirito non si viene a patti, ci si lascia fare.
Non è gestito da algoritmi per cui non puoi sapere dove ti sta portando e quale sia il risultato del suo movimento. Puoi cercare di dare un senso al quotidiano e poi comprendere che è davvero riduttivo quanto hai valutato ciò che hai pensato e fatto.
Nello Spirito puoi scoprire che non c’è esistenza che sia nulla, non c’è relazione che sia tutto.
Quanto ci rasserena questo atteggiamento dove non ci sono né vinti né vincitori.
L’azione dello Spirito è purificazione e liberazione, da me stesso e insieme dalle mie immagini del mio limitato piccolo dio.
Certo occorre permettersi di lasciarsi animare (ricevere respiro) dal Soffio della Vita. Dovrebbe essere cosa semplice di per sé: ognuno nasce respirando per vivere. Il più è non impedire all’aria di entrare, all’ossigeno di rigenerare ogni nostra cellula.
Sotto il “controllo” dello Spirito non c’è più controllo, meglio non sono io che dirigo. E succedono straordinari e quotidiani momenti di innamoramento nella storia di tutti i giorni.
Chi è mosso dallo Spirito è eterno innamorato della Vita.
Innamorarsi è reale sofferenza, da star male, passione per ciò che ami. Ma contemporaneamente è gioia, quasi vivessi in un altro mondo, perché il cuore è ricolmo di un felice eterno presente.
I doni dello Spirito li comprendi da questa posizione di per sé unica, vulnerabile, dove non riesci a nascondere quanto provi. Il tutto è niente e niente è tutto. Follia?
In un periodo in cui si continua a gestirsi con una rigida logica produttiva forse il tornare a permetterci di innamorarci (pura follia dispersiva) potrebbe far ri-nascere in noi persone capaci di fiorire anche lì dove sembrava ormai impossibile ci fosse Vita.