La gioia è consapevolezza profonda e pacificata che Qualcuno ci ama; è uno stato interiore, frutto di un percorso che dura tutta la vita e ci permette persino di danzare con il dolore
In un momento difficile sento il bisogno di “tirarmi da parte” di fare silenzio, di dare uno spiraglio di luce a tanti, troppi interrogativi sul percorso da seguire per raggiungere la Meta, che vorrei dritta e lineare e invece è un continuo inciampare in amarezze e ostacoli… scorro le pagine di internet per cercare di far coincidere i miei giorni liberi con qualche corso di esercizi o incontri e mi imbatto in questo titolo: “Sorpresi dalla Gioia”, Albino, 2-4 dicembre… ecco quello che ci vuole!
Non conosco nessuno, nessuno mi conosce, ma lo Spirito che VUOLE parlare al mio cuore e sa tutto di me, sa ciò di cui ho bisogno! Mi iscrivo e parto senza aspettative, aperta alle “sorprese di Dio”. Questa mia esperienza è stata preparata nella preghiera: una novena di rosario che coincide con la novena all’Immacolata e l’anniversario del mio voto.
Mi accoglie un “manipolo” di amici e il clima è immediatamente familiare: persone di diverse età, cultura, provenienza, che si vogliono bene, si cercano, si aspettano, s’incontrano per condividere ciascuno la propria vita così come è, senza infingimenti, senza affettazione. Bello!!! Ed è subito CASA.
Dopo cena una veglia di preghiera dà inizio all’incontro, meditiamo e scandagliamo insieme molti aspetti di un grande mistero: la visitazione di Maria a S. Elisabetta; due pance ripiene di Vita, che danzano di gioia, pur nella complessità e nella fatica del vivere anche le situazioni più dolorose e sconvolgenti; Maria alla quale l’Angelo Gabriele annunzia che diventerà Madre di Dio (con tutto quello che comportava a quel tempo essere “ragazze madri” e l’imbarazzo nei confronti di Giuseppe, della gente, del Tempio, dei parenti.. e in lei che non aveva “avuto alcuna relazione con un uomo”); Elisabetta ormai avanti negli anni, sollevata finalmente dall’onta della sterilità, che tanto era gravata su lei e su Zaccaria, che pure erano giusti agli occhi di Dio, con la fatica degli anni avanzati si faceva sentire.. e la mutolezza di Zaccaria.
Che dire di “Ciò” che portavano nei loro ventri? Giovanni il Battista esulta nel ventre di Elisabetta, che si fa attenta al venire di Maria, che “contiene” Il più Grande, il Creatore e l’una e l’altra prorompono di gioia. Ma noi sappiamo ancora riconoscere che l’Eucaristia che riceviamo ci rende portatori di questa grande Gioia? Il nostro incontrare gli altri è mosso dallo Spirito Santo?
Ci congediamo per la notte, ma c’è molto su cui riflettere.
L’esposizione di padre Giovanni Nicoli si è rivelata un quadro composto da pennellate cariche e dai colori accesi: Felicità o gioia?
“La nostra idea di felicità potrebbe essere il principale ostacolo che ci separa dalla vera felicità” (Thich Nhat Hanh)
La felicità, questo miraggio così agognato e così effimero, che è destinato a finire, perché legato a una determinata esperienza o a un bene (… eravamo così felici..); la gioia uno stato interiore, frutto di un percorso che dura tutta la vita, che ci permette di danzare con il dolore, è un Dono e non una conquista, è un atteggiamento da condividere, ma non si può regalare, perché ognuno ha la propria.
La Gioia nasce dalla consapevolezza che ognuno è amato incondizionatamente da Dio ed è chiamato a condividere la Sua Missione, la Sua Vita, è vivere di Lui fare propri i Suoi sentimenti, i Suoi sogni di Uomo e di Dio, vivere con Lui e della Sua compagnia, allora fare la Sua volontà non sarà impossibile, perché “fare la Sua Volontà” è fare ciò per cui Lui da sempre ci ha pensato, amato, voluto, creato.
Gesù è con noi in ogni situazione, anche le più difficili e faticose, non ad impedire il nostro dolore, le nostre lacrime, ma ad asciugare le nostre lacrime a consolare il nostro dolore, a condividere la nostra solitudine.
E’ questa certezza che ci fa gioire, ci fa danzare nel dolore, ci fa trovare la forza di avere qualcosa di bello da donare agli altri, anche quando la fatica e il dolore fanno capolino e – Dio non voglia – sono compagne stabili della nostra esistenza. La gioia cristiana è Gesù.
Il discorso delle beatitudini Mt 5,1-11 è il primo discorso di Gesù.
Gesù nelle beatitudine presenta la Sua identità. Siamo beati, siamo nella gioia solo se abbiamo incontrato Lui e viviamo come Lui ci ha insegnato, sconvolgendo e ribaltando tutto ciò che oggi si richiede per vivere una vita di successo.
Nel lavoro di gruppo ci siamo divisi su tre aspetti, il nostro era: Gioia è… Gratuità.
E’ stato istruttivo e incoraggiante sentire come ciascuno, sollecitato dalle tracce che Mimmo e Nadia ci hanno suggerito, ha condiviso le proprie fatiche i propri successi e la propria esperienza.
Abbiamo sperimentato come “dirsi è già un darsi” e nessuno è così povero da non avere nulla da dare, proprio come la vedova del Vangelo, che getta nel Tesoro del Tempio i due spiccioli, che erano tutto quanto aveva per vivere e che ha attirato lo sguardo di Gesù, che ha mostrato ai discepoli distratti la gioia intima di chi dona tutto pur sapendo che era tutto quello che possedeva. Non è importante ciò che si dona, ma il cuore con il quale lo doni, che deve essere lo stesso di Gesù e questo cuore fa scaturire nell’altro il sorriso e la gioia.
La gioia cristiana autentica, se condivisa, apre i cuori, è diffusiva, contagiosa, ci fa prossimi a ogni situazione felice o triste con una vicinanza accorata e, se necessario, anche silenziosa.
Gesù ci invita ad essere nella gioia, perché chi è nella gioia è un figlio di Dio.
Il mattino seguente nella S. Messa abbiamo condiviso la gioia dell’incontro intorno alla Mensa, tutti invitati da Gesù stesso e nella Parola abbiamo visitato la figura del Battista e dell’autenticità cristiana, di chi ha riconosciuto il Cristo già nel grembo materno e gli è rimasto fedele fino al dono della propria vita per Lui.
…Sono arrivata poverissima, senza aspettative, un po’ “abbacchiata” e sono partita scaldata dal calore di presenze amiche cariche di umanità, con una rinnovata gioia nel cuore per la certezza che Gesù è con me e mi ama, così come sono.
Elisabetta Lazzaro, Monza (MB)