Ti aspetto nella mia casa a disordinare

da | 5 Agosto 2021 | Un libro per te

“Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti: un piccolo gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo, perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi: pensare diversamente”

Tiziano Terzani

Sono una sognatrice: nella testa e nel cuore sempre un’avventura nuova da vivere, un’impresa da realizzare, la sete di imparare cose nuove, il desiderio di non sentirmi mai arrivata.
Una vitalità che avrebbe potuto spegnersi nei lunghi mesi di lock-down, ma che di fatto non è mai venuta meno. La Speranza l’ha tenuta accesa.
La speranza che vi fossero nuove possibili strade da percorrere per non entrare in stallo, per restare in movimento e non lasciarsi paralizzare dall’incertezza, dal disorientamento, dallo sconforto, dal senso di impotenza.
Una speranza alimentata dal mio innato ottimismo, ma anche dalla riscoperta, in questo ultimo periodo, della POESIA, attraverso le parole di grandi autori contemporanei come Gianluigi Gherzi e Franco Arminio, Mariangela Gualtieri e Chanda Livia Candiani.

Ho incontrato la poesia nella sua veste magica. Quella magia capace di ridestare le nostre vite con la sua funzione generativa, che ci aiuta a proiettarci al di là delle situazioni e a viverle in modo creativo, che ci porta a prendere le distanze dal nostro io, per entrare in relazione con il mondo, ascoltandolo, vedendolo e percependolo in modo diverso.
La poesia mi ha stregato: sento che dà un respiro diverso alle mie giornate.

In modo particolare adoro i testi di Gianluigi Gherzi, che scrive in modo semplice ed immediato, nessun incomprensibile volo pindarico, un linguaggio diretto, che sa di quotidianità, parole che non devi far fatica a decifrare, perché ti arrivano dritte al cuore, ti fanno sentire a casa e al contempo ti emozionano, nel vero senso della parola, perché ti e-muovono, ti smuovono, ti scuotono fino a farti vibrare nell’animo.

“Ti aspetto nella mia casa a disordinare” è tutto questo e anche noi, leggendo, ci troviamo a desiderare che “una strega, un folletto una fata vengano nella nostra casa a disordinare con soffio leggero le nostre vite stanche (…) a ingarbugliare le nostre geometrie (…) così che non possiamo più capire, non possiamo più dire con certezza: si fa così”.
Un libro che non è semplice descrivere, che si descrive da sé leggendolo.
Così come non mi è facile scegliere la poesia più bella: me ne piacciono troppe!

Scelgo però di condividere con voi questa, che sento vera per me, ora:

“Fare casa.

Non solo negli appartamenti
dove le vite si proteggono.

Fare casa nel mondo.

Aprire porte, nei paesi chiusi.

Trasportare sedie, un tavolino, un divano.

Ridipingere pareti, tenere pulito.

Far suonare voci
là, dove tutto è silenzio di televisioni
e di connessioni sole.

Avere un sorriso largo.

Riaccendere un fuoco,
nel grigio degli inverni automatici.

Credere nelle strade,
soprattutto in quelle povere, in quelle stanche.

Fare casa, dentro tutto quello che sembra
ostile e sporco.

Aprire luoghi, fuori dal denaro
fuori dal senno, fuori dalla logica.

Regalarsi, a quell’incontro”.

“La questione è il mondo, non è la letteratura. Qualcuno deve ricordarci che siamo mondo e Gherzi lo fa benissimo” – dice F. Arminio nella sua prefazione e io non posso che essere d’accordo.

Argomenti: Vita
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