Ci sono chiusure di mente, o di testa (si dice anche di “mentalità ristretta”), che hanno radici non nell’intelligenza ma nel cuore stesso della persona.
Se si apre il cuore, si apre anche la testa e l’orizzonte stesso della persona.
Per vedere l’essenziale occorrono gli occhi del cuore.
Non basta guardare, occorre lasciarsi incantare.
Questo alla radice della fede: credere guardando incantati l’esistenza (in ogni sua espressione), Dio è presente. Con il cuore riesco a vedere oltre ciò che è solo “per me”. L’orizzonte si apre così a nuovi desideri e arrivo a pro-gettarmi. Il cuore è capace di generare anche in situazioni impossibili quando palpita d’amore.
Non guardo per concupire (usare per me, rubare) ma per ammirare ciò che già c’è, anche senza di me. Per questo possiamo anche dire che è possibile vedere Dio, fattosi Carne e Cuore, in ogni persona e situazione. Certo possiamo anche non guardare, non vedere … niente. Vigilare è la nostra consapevolezza che c’è ancora tanto, tutto, da vivere. Che sia questa la gratitudine della speranza?
Cambia anche la misura, il peso, della nostra esistenza. E gli stessi impegni, le nostre responsabilità, sono più leggeri se il nostro cuore veglia la Vita. Vigilare, con occhi attenti, raccogliendo le gioie e le sofferenze di chi ci sta accanto … risveglia il cuore.
Diciamo CUORE per dire interiorità, centro, che è insieme intelletto, affetto, volontà.
Possiamo parlare qui di un “CUORE” particolare, quello di Gesù.
Lo facciamo proponendo, condividendo, il video che segue …