Padre Dehon Missionario

da | 9 Maggio 2018 | Dalle nostre Missioni, Dentro il Vangelo

LA MISSIONARIETA’ IN PADRE DEHON

di Riccardo Regonesi scj

Questa mia esposizione si basa su un testo che è stato pubblicato in “Dehoniana” (rivista di formazione e studi interna, dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, detti anche Dehoniani) già nel 2004. Comincio dicendo che nel Capitolo Generale della nostra Congregazione, il XXI, tracciando le linee per una “rifondazione” si sono riconfermati alcuni ambiti preferenziali della nostra missione SCJ. Tra questi è stato inserito l’ambito della “Missio ad Gentes”.Questo riecheggia quanto già affermato dalle nostre Costituzioni (che è regola di vita per i dehoniani) quando parlano dell’impostazione data da p. Dehon alla Congregazione: ”L’attività missionaria costituisce per lui una forma privilegiata di servizio apostolico” (Cost. 31).

Certamente questo ambito di attività appartiene al cammino e all’esperienza della Congregazione fin dal suo inizio, essendo uno dei campi in cui p. Dehon volle inserire i suoi confratelli e discepoli. Anche se p. Dehon non lo codificò nei suoi scritti ufficiali come un punto centrale della Congregazione.È bello rileggere qualche scritto di p. Dehon, per riscoprire il ricco patrimonio lasciatoci in eredità e ritrovare (o almeno provarci) le motivazioni che hanno portato alle scelte missionarie del Fondatore. Credo che solo da quella fonte che è l’esperienza di fede e di vita di p. Dehon, la rifondazione potrà toccare veramente anche la scelta missionaria della Congregazione, spingendola ancora sulle strade del mondo con ”Cuore Aperto e Solidale”.

“Il cuore ci ricorda Giovanni Leone Dehon e la necessità di tornare alla fondamenta della sua esperienza di fede, sopra le quali ha costruito il suo ammirevole progetto di vita personale e l’Istituto religioso-apostolico, cui apparteniamo” (frase di sintesi XXI Capitolo Generale)

GLI INIZI: UNA SORPRESA

È fuori di dubbio che suscita una certa sorpresa, leggendo la storia della nostra Congregazione dei Sacerdoti del S. Cuore di Gesù, il modo in cui si sviluppa quello che chiamerei: ” filone missionario” della Congregazione stessa. Sono passati 10 anni dalla fondazione (che è datata 28 Giugno 1878, girono della Prima professione Religiosa del Fondatore stesso, p. Dehon) ed ecco che si apre per la giovane Congregazione l’opportunità di “varcare i mari”. Due confratelli si imbarcano per l’Ecuador. L’iniziativa è tutta di p. Dehon, che era entrato in contatto con P. Giuseppe Giulio Matovelle (sacerdote dell’Ecuador e fondatore dell’Istituto ”Oblati Divino Amore”) grande apostolo del S. Cuore in Ecuador. C’era il tentativo di entrare in un fase di unificazione dei due gruppi religiosi, che ognuno aveva fondato, e che, sembravano avere uno stesso fondo di spiritualità e delle finalità comuni. P. Dehon sembrava riconoscere questa fondamentale similitudine di intenti tra le due differenti realtà di Istituti nascenti. L’idea della fusione delle due società era nata in seguito a contatti iniziati con la lettura di una rivista. Poi era giunta a p. Dehon una lettera dello stesso p. Matovelle (21 Febbraio 1888) che aderiva all’iniziativa. Ma p. Dehon già pensava alla possibilità di avere una missione per la sua Congregazione. E per questo si era dato da fare: nelle sue Notes Quotidiennes (il suo diario quotidiano), p. Dehon annotava, alcuni giorni prima di ricevere la lettera di P. Matovelle:

Oggi stesso ho mandato a Roma la mia richiesta per avere una missione lontana. Senza dubbio questa data sarà l’inizio di grandi cose

L’idea di “varcare i mari” non nasce quindi della possibilità, esigenza, di unire due realtà che sembrano simili. È ben precedente.

Una volta preparati e formati avviene la partenza dei primi due missionari. P. Gabriel Grison e P. Ireneo Blanc per l’Ecuador lasciano l’Europa il 10 novembre 1888. La loro partenza fu preceduta da una cerimonia di saluto che P. Dehon ricorda così: “Un addio commosso dei nostri missionari… cerimonia del baciare i piedi… i nostri alunni sono commossi è per loro un secondo ritiro

E quando partono, il 10 novembre, p. Dehon scrive: ”Questi sono giorni di grazia e emozione

Nel frattempo p. Dehon non si riteneva appagato da questa presenza in America Latina. La spinta missionaria non si era esaurita con questo invio. Il suo spirito Missionario lo spingeva a qualcosa di più. Scrive infatti al P. Grison: ”Quando nel prossimo inverno andrò a Roma mi informerò per avere una vera missione in qualsiasi paese”.

La ricerca di una missione era anche giustificata dal desiderio di ricevere una ulteriore approvazione da parte della Congregazione per i Religiosi, a Roma. Si riteneva allora che fosse buona cosa che ogni Congregazione religiosa si impegnasse in campo missionario, nella “missio ad gentes”. Ma non è questo che non basta a giustificare e comprendere la tensione missionaria di p. Dehon. La storia della prima presenza della Congregazione in Ecuador ci racconta che poi l’unificazione con la Congregazione di P. Matovelle non andò in porto. Non per questo si spense e si esaurì la vicenda in Ecuador e la presenza missionaria dehoniana. L’esperienza purtroppo fu però interrotta più tardi per vicende politiche, dovute all’espulsione dei missionari. Ciò avvenne nel 1896. I sacerdoti espulsi tornarono in Europa. Tutto finito dopo questa amara esperienza?

E IL SECONDO PASSO?

Ecco un’altra sorpresa…

alla prossima puntata )

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