Chiamati dalla Vita ad essere figli nel Figlio

da | 9 Dicembre 2019 | Testimonianze

L’avventura di Pinocchio è l’avventura di ogni uomo che si riscopre figlio e che vede un Padre in Colui che l’ha creato.
L’avventura di Pinocchio è l’avventura di noi Zaccheo quando, riconoscendo il nostro limite, lo trasformiamo in dono e salendo sul nostro Sicomoro, incrociamo lo sguardo con Colui che per primo ci vede, che vede il vero che è in noi e in esso ci ridona umanità.

Chi di noi s’è dato la vita?
La risposta, anche se scontata, è tutt’altro che banale: io ci sono e non ho deciso di esserci, non mi sono fatto da me stesso… sono stato voluto!
Io ci sono e questo mio esserci, devo prenderne atto, è un dono assolutamente gratuito.
Ciascuno di noi non viene dal caso, non finisce nel caso. La vita non è un assurdo senza inizio e senza fine, ma è un dono ricevuto, un atto d’amore, per cui ciascuno di noi è pensato dall’Eternità ed atteso nell’Eternità.
Su questo il gruppo, che due volte all’anno si riunisce presso la Scuola Apostolica per iniziare insieme l’Avvento e la Quaresima e al quale ogni volta si aggrega sempre qualcuno di nuovo, ha riflettuto dal 29 novembre al 1 dicembre a partire dal famoso testo di Collodi.

Nell’avventura di Pinocchio, dalla creazione al suo divenire un bambino in carne ed ossa, abbiamo ripercorso tutta la nostra storia.
Nei panni di Geppetto abbiamo rivisto Dio, Padre e Creatore che, ancor prima di donarci la vita, immagina noi sue creature come una “meraviglia”.
Nel panni di Pinocchio ci siamo sentiti chiamare per nome, ci siamo sentiti figli, condotti per mano e soprattutto amati di un amore grande, capace anche di grandi sacrifici, oltre che di comprensione, pazienza e tenerezza; un amore forte e perseverante, che di fronte alle nostre cadute, le nostre debolezze, le nostre incapacità a tornare verso Lui, ci viene a riprendere tutte le volte, con tutti i modi, gli strumenti e le strade possibili.

Figli del Padre e fratelli tra noi, perché fratelli in Gesù. Quel Gesù che ci prepariamo ad accogliere nel Natale, ma anche quel Gesù che tutti i giorni cerchiamo nella nostra vita affollata e desideriamo vedere, tanto da compiere la pazzia di salire, come Zaccheo, su un albero. Saliamo sul Sicomoro speranzosi di vederlo e siamo invece visti da Lui e quello sguardo ci rende liberi, ci dona vita e quindi ci rende dono.

All’insegna dell’accoglienza reciproca e stimolati dal tema, i partecipanti si sono ritrovati ad ascoltare e condividere, a confrontarsi in semplicità, ma anche nella bellezza della diversità delle varie provenienze ed esperienze di vita, a riflettere e pregare insieme. Due giorni per ricaricarsi e al contempo portarsi a casa un pezzetto del fratello, da tenere nella mente e nel cuore fino all’incontro successivo.

Qui di seguito alcuni dei commenti e delle riflessioni scaturite nei giorni successivi all’incontro:

Nell’incontro di novembre, il teatrino è stato una novità e mi è piaciuto. Rapportare il racconto di Pinocchio alla Bibbia è stato interessante ed istruttivo, non ci avevo mai pensato.

Renato

Come sempre mi è piaciuto molto tutto, specialmente la preghiera del venerdì, la messa e l’aver utilizzato il racconto di Pinocchio per arrivare a certi temi.

Loredana

Sono stata felicissima di essere ritornata finalmente ad Albino. Questa é stata la gioia più grande.
Mi congratulo con tutti coloro che si sono preoccupati ed occupati di organizzare l’incontro, perché la creatività ha fatto veramente da padrona.
Tornare un po’ bambini mi è piaciuto. Ora ho bisogno di elaborare maggiormente dentro di me i simbolismi di Pinocchio, quanto e dove e come mi sento e mi comporto da Pinocchio nella vita.

Chiara

Colgo l’invito di Alessandra, è la prima volta, non conosco la Scuola, non conosco le persone che la frequentano, se non Alessandra… chissà cosa mi aspetta? Già all’arrivo però mi tranquillizzo: tanta cordialità, tanto calore, tanta semplicità, insomma fin dal primo momento si respira aria di casa, aria di famiglia. La veglia di venerdì sera mi ha coinvolto molto: la vita è un dono, quante volte invece io l’ho vissuta come un peso! Il peso della quotidianità, il peso delle cose da fare, il peso delle difficoltà, il peso delle sofferenze, come se tutto dipendesse soltanto da me. Ma non è così: non sono sola, qualcuno mi ha voluto, Dio Padre mi ha voluta, mi ha pensata, mi ha amata fin dall’eternità. Mi ha donato la vita e io posso donare ciò che ho ricevuto ad altri che a loro volta doneranno ad altri ancora. Amore genera amore ricordiamolo e crediamoci.
Ascolto Enrico che racconta la sua esperienza di vita con Chiara e mi richiama fortemente all’atteggiamento con cui affronto la mia vita: quante volte la affronto con i SE e quante invece con i SI?  Con i SE metto in campo tante recriminazioni, voglio scusare i miei atteggiamenti, ma basterebbe davvero pronunciare un SI deciso, affidarsi amorevolmente al Padre, per scoprire quanto sia più facile vivere la vita, amare gli altri, vedere nell’altro un fratello! E se riesco a vedere nell’altro un fratello i miei atteggiamenti saranno quelli della disponibilità, della pazienza, della condivisione e il gesto più significativo che li rappresenta è lo spezzare il pane, che, in concreto vuol dire che devo lasciarmi impastare, lasciarmi spezzare, lasciarmi mangiare. E allora il pane condiviso diventa davvero il simbolo della fraternità e dunque dell’essere figli dell’unico Padre. Essere figli, quanta fatica lasciarsi amare, lasciarsi prendere per mano, riconoscerci piccoli, riconoscerci bisognosi!
Gesù che in questo Santo Natale vieni ancora in mezzo a noi come figlio, aiutami a farmi pane, aiutami a farmi docile nelle tue mani, aiutami a lasciarmi.

Carolina

Bolzano, 3 dicembre 2012, al ritorno da Albino

Pur sentendomi un po’ in colpa, sapendo che mio marito doveva assumersi da solo il compito, piacevole, ma faticoso, di accudire i nostri nipoti e, eventualmente, ancor più gravoso, quello di seguire la mia mamma e mia zia, ottime vecchiette, ma, talvolta un po’ “spigolose”, vista la veneranda età, sono partita comunque per Albino. Desideravo infatti fare una pausa nelle corse quotidiane, rilassarmi e vivere per alcuni giorni in un clima sereno.

Come era da aspettarsi sono tornata “rigenerata” per la tematica proposta molto vicina ad ognuno di noi e soprattutto dal contatto e confronto con tante “belle persone”, il cui obiettivo è sempre quello di vivere relazioni positive e cordiali per un benessere comune.

Originale e molto piacevole lo spettacolo dei burattini e poi quello interpretato dai due coniugi Dolores e Giuseppe, che sono riusciti ad emozionarci, a rilevare i punti salienti del racconto pertinenti alla tematica dell’incontro e a farci entrare nell’intimità di mastro Geppetto e di Pinocchio.

(…)

Durante la lunga pausa di mezzogiorno mi sono data alla lettura, sotto il sole, finalmente, dopo tanta acqua, magico momento e, subito dopo pranzo, ho fatto una lunga passeggiata, scoprendo i paesini intorno ad Albino; mi sono oltremodo rilassata e ciò mi ha permesso di scambiare quattro chiacchiere con la gente del posto. Il racconto/commento di padre Gianni, come al solito solleva tanti interrogativi, ci mette a nudo e lascia tracce profonde dentro noi; la S. Messa poi ha commosso e permesso di portare a casa un senso di beatitudine che mi aiuterà a affrontare serenamente le difficoltà e i problemi della vita quotidiana e a accoglierne, con rinnovato piacere, i momenti felici

Annalisa

Ciao a tutti. Sono padre Denis Kouakou Kouadio, sacerdote diocesano della diocesi di Abengourou (Costa d’Avorio) incardinato nella diocesi di Bergamo per accompagnare i migranti africani che parlano francese. Sono arrivato in Italia per questa attività il 9 luglio 2016. Vivo a Seriate.
Sono stato invitato con la mia comunità dalla coppia Giovanni Volpe alla Scuola Apostolica à l’occasione del ritiro di un gruppo di benevolenza (sostegno in Africa), sulla soglia dell’Avvento per cantare la Messa della I° domenica dell’Avvento. Ma sfortunatamente, il calendario della comunità non ci ha permesso di onorare questo invito. Tuttavia, ero l’unico che ha rappresentato la comunità il giorno prima, cioè sabato 30 novembre 2019, dove ho beneficiato di un insegnamento ricco di saggezza attraverso delle esposizioni artistiche e presentazioni.

Esposizioni artistiche:
Attraverso gli elementi presentati, ho scoperto in questi artisti un genio, uno spirito di creatività e anche pieno di talenti. Partono da pezzi di legno, della perizoma(stoffa), semplici cose della natura per dare vita a cose di grande importanza; da idee pensate per dare vita a elementi di grandi valori. Quest’arte ci dà poi insegnamenti che rafforzano la nostra fede in Dio. Vorrei citare, per esempio, la mappa dell’Africa girata con una stella in cima. Come spiegazione, l’Africa fu infusa e umiliata, ma scelta da Gesù per rimanere lì. Ho anche visto bellissime sculture che fanno parlare la gente.

Presentazioni
Dai burattini, questi uomini di talento organizzano spettacoli per insegnarci la nostra storia e anche quella dell’umanità. Tra le altre cose lo spettacolo sulla bergamasca cibo sano, la libertà di coltivare e vivere prodotti della propria terra…
E anche la storia di pinocchio che ci ricorda la storia dell’umanità, soprattutto attraverso la lettera di riconoscimento che ha scritto a suo padre: Mi hai pensato come una meraviglia, mi hai dato un nome, Mi hai chiamato “figliolo”, Mi hai condotto per mano, Un Babbo di gran cuore, Solo i Babbi sono capaci di certi sacrifici, Da te, ho imparato, Ricorda quel che tu mi hai detto. Voglio diventare un “ragazzino” perbene

Concludo ringraziando tutto il equipe per l’accoglienza e soprattutto il calore umano che mi ha gratificato. Mi sono sentito a casa.

padre Denis Kouakou Kouadio

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Argomenti: Figli | Vita
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